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Settembre 2007

E’ un momento molto triste per me,l’altro ieri e’ morta la figlia di un ragazzo che lavora con noi,annegata in una pozza d’acqua molto profonda;era il giorno del sua quarto compleanno.
Durante la lunga veglia che precede la sepoltura ascoltavo i canti struggenti delle donne e leggevo sui loro volti la rassegnazione di chi vede tante,troppe volte morire i bambini.
Cantavano :” Dite alla mia mamma che vado da Dio Padre e non tornero’ mai piu'”.
:”E ditelo al mio papa’ che vado da Dio Padre e non tornero’ mai piu'”.
E ancora :” Volevo diventare grande ma tu,Signore,mi hai chiamato e io vengo da te”.
E mentre le donne anziane lavavano e vestivano il piccolo corpo,guardandole mi chiedevo quante altre volte lo avessero fatto,ogni lutto ha scavato segni profondi sui loro visi e ha spento la luce degli occhi.
Io credo che se la sofferenza e il dolore hanno un volto,e’ quello delle donne africane.
Il nostro lavoro qui ad Hombolo,procede senza grosse difficolta’ salvo la mancanza di acqua proprio nella zona dove abbiamo l’asilo.
Noi abbiamo il pozzo in funzione dal 2005 molto ricco d’acqua,ma si trova in tutt’altra zona del villaggio molto lontano dall’asilo.
In ogni caso non facciamo mancare il cibo ai nostri bambini,ogni giorno riempiamo diverse taniche di acqua e,con un carrettino,le trasportiamo fino all’asilo in modo che le donne possano cucinare e pulire senza problemi.
Per risolvere questa situazione abbiamo dato inizio agli scavi (naturalmente a mano) per costruire una cisterna di raccolta dell’acqua piovana.
Questo ci garantira’ una scorta d’acqua per diversi mesi,sempre ammesso che piova.
Intanto i nostri bambini prima intimoriti dalla “mzungu”, donna bianca e ora sempre piu’ monelli e intraprendenti,frequentano l’asilo ancora piu’ numerosi,siamo arrivati a 140.
Poiche’ desidero imparino a farsi prossimi verso gli altri e,mi auguro sbocci in essi il seme della solidarieta’,per tre volte la settimana andiamo con piccoli gruppi e due maestre,a portare il cibo ad alcune persone molto anziane e sole.
E’ bellissimo vedere questi piccoli che fanno a gara per portare gli zaini con le provviste ed e’ commovente la gioia e l’incredulita’ dei vecchietti.
La prima volta che siamo andati da una donna cieca e,tutta felice ha cominciato a prendere fra le sue le mani dei bambini,quando ha trovato le mie mani piu’di e ha voluto sapere chi fossi,non voleva credere che una bianca fosse andata da lei nella sua misera casa.
Allora ho sciolto i capelli e glieli ho fatti toccare,in questo modo si e’ arresa all’evidenza e la sua felicita’ era al colmo.
Vi assicuro che,anche se e’ molto faticoso andare a piedi sotto l’implacabile sole africano,mi sento ampiamente ripagata dalla gioia con cui queste persone ci accolgono.
Inoltre per me e’ un’altra opportunita’ per ringraziare Dio di quanto mi ha dato e per imparare ad accontentarmi.
Lunedi’ prossimo apriremo il mulino per la macina del mais,grazie alla generosita’ di tutti voi,abbiamo potuto realizzare anche questo servizio per tanta genta che deve altrimenti fare molti chilometri a piedi per andare a macinare.
Io sto bene nonostante qualche disavventura che mi ha lasciato tanta amarezza ma non mi ha tolto l’entusiasmo per andare avanti,ci vuole ben altro per farmi desistere.
A tutti voi , cari amici mando un caro saluto e un abbraccio. Ciao,
Maria Carla

Luglio 2007

Amici carissimi,si lo so,e’ da un po che non mi faccio sentire ma,sara’ che ho un sacco di cose da fare,sara’ l’eta’ che avanza,fatto sta che non rendo piu’ come una volta.
Se devo dire tutta la verita’ lo scorso mese di giugno,poiche’ l’asilo era chiuso per le vacanze,mi sono presa una decina di giorni di riposo ed ho portato Maria (la mia collaboratrice tanzaniana) e due bambini a vedere gli animali nei parchi.(naturalmente a mie spese) Mi sembra cosi’ ingiusto che la stragrande maggioranza delle persone native della Tanzania non possano permettersi di vedere le bellezze della loro terra!
Non potete immaginare la gioia di Maria e dei bambini e lo stupore davanti agli enormi elefanti,al grandi branchi di zebre,gazzelle e gnu o davanti alle timide giraffe e ai possenti leoni.
E io,vi assicuro,ho goduto un mondo della loro gioia.
Lo scorso 9 Luglio tutte le scuole hanno riaperto i battenti,le vacanze sono finite e i bambini sono tornati,un po di malavoglia,a studiare.
Il concetto di vacanza,come potete immaginare,qui ad Hombolo e’ molto diverso rispetto al nostro,qui nessuno va al mare o in montagna,qualche bambino va magari a trovare i nonni che abitano in un altro villaggio ma,per il resto,giocano semplicemente dalla mattina alla sera.
Ed e’ durante le vacanze che molti bambini maschi vengono sottoposti al “rito” della circoncisione.
E’un vero e proprio rito tribale che segna un “passaggio” nella vita del bambino,praticamente,da quel giorno,diventa grande per cui,data l’importanza della cosa,bisogna festeggiare.
Il piccolo (6-7 anni)dopo la circoncisione viene accompagnato a casa da un corteo di parenti e amici al suono dei tamburi,con danze,canti e acclamazioni di gioia.
Ma non potra’ entrare in casa,dovra’ restare in un luogo appositamente preparato poi,a guarigione avvenuta,ci sara’ la grande festa sempre con danze e canti.
Spesso mi e’ capitato di imbattermi in questi cortei lungo le strade del villaggio e non ho potuto esimermi dal danzare con loro, con grande gioia di tutti.
Ormai mi considerano una di loro,quando poi incontro persone anziane e saluto col loro dialetto,sono felicissimi.
Anche il nostro asilo ha riaperto e i nostri bambini,alcuni felici,altri piangenti,sono tornati tutti diligentemente ad assolvere il loro impegno quotidiano.
Qui ad Hombolo stiamo attraversando un periodo tranquillo,il raccolto c’e’ stato e nessuno soffre la fame,l’acqua per ora non manca,le zanzare sono poche essendo ora inverno e stagione secca per cui,anche i casi di malaria,sono relativamente pochi.
Ma la poverta’ qui ad Hombolo e’ sempre grande ed e’ difficile non farsi sconvolgere dalle situazioni che mi si presentano ogni giorno.
Si vede morire tanta gente giovane anche per le malattie piu’ banali, solo perche’non hanno i soldi per l’ospedale o perche’ le strutture sono inadeguate.
Ho visto morire un ragazzino di 15 anni perche’ (cosi’ mi hanno detto)aveva un’infezione alla testa e il pus ha distrutto il cervello,lo curavano per malaria!
A volte la mia impotenza davanti a tanto dolore mi fa stare male,ma cosa posso fare?
Intanto il nostro lavoro qui ad Hombolo,procede con la costruzione di un mulino per la macina del mais,in questi giorni stanno facendo il tetto,settimana prossima andro’ a comprare le macchine percio’,penso,entro un mese andra’ in funzione.
Dalla prossima settimana vorrei anche cominciare,coi bambini dell’asilo’,ad aiutare le persone anziane e sole portando loro il cibo.
Spero che,oltre all’aiuto concreto per queste persone,germogli nei bambini il seme della solidarieta’.
Vi raccontero’ come andra’ e come reagiranno i bambini per questa gesto cosi’ inusuale per loro.
Intanto mando a tutti un caloroso saluto e un abbraccio,
Maria Carla