Hombolo 09 Luglio 2013
Elvira mi sgrida in continuazione perché sono in ritardo nel mandare notizie da Hombolo…..
Caspita!!! Sono già passati due mesi dall’ultima volta, incredibile come vola il tempo.
Allora, andiamo per ordine; il mese di Maggio è stato frenetico per un sacco di problemi che non vi sto a raccontare perché preferisco non ricordarli nemmeno io, il mese di Giugno, invece….
Ebbene sì, mi sono presa tre settimane di vacanza e sono venuta in Italia con la mia collaboratrice tanzaniana Maria, la sua bambina Rosa e Caterina, una bambina che vive con me qui ad Hombolo, ho voluto regalare loro una bella esperienza, spero che sia servita.
A me è servita molto, spesso mi accorgo di vedere Hombolo e la sua gente con occhi diversi perché, vivere qui, indurisce il cuore e vengono a mancare un poco di quella carità, solidarietà e amore verso il prossimo che avevano a suo tempo inciso sulla mia decisione di vivere qui.
Mi rendo conto di quanto sia brutto dirlo ma, l’abitudine sminuisce la compassione e, qualche volta, ti rende insofferente alla povertà e ai bisogni del prossimo.
E allora, perché è servita la vacanza in Italia?
E’ servita perché ha spezzato l’abitudine; è servita perché, tornando qui, ho rivisto la miseria, la fame e la sofferenza della gente con gli occhi del cuore; è servita per ricaricarmi e continuare nel mio impegno; è servita per ricordarmi che i bambini di Hombolo DEVONO avere i diritti come tutti i bambini del mondo; è servita per ricordarmi di accogliere senza “sbuffare” chi ogni giorno bussa alla mia porta, è servita per riaccendere la solidarietà.
E in Italia, di solidarietà, ne ho trovata tanta, voglio ringraziare tutti coloro che, con modalità diverse, hanno trovato il modo di darci una mano e, in mille modi, ci hanno dimostrato il loro affetto, grazie di cuore a tutti voi.
In questo periodo al villaggio solo tanto sole, vento, polvere, siccità e fame, saranno mesi duri ma anche noi, nel nostro piccolo, troveremo il modo per aiutare almeno le persone anziane e sole.
Un abbraccio a tutti, ciao,
Maria Carla