Hombolo 17 Luglio 2014
Ciao Maestra Stella.
Era un giorno del mese di Aprile quando non sei arrivata all’asilo perché non stavi bene poi, il dottore di Hombolo, ci hanno detto di portarti in città all’ospedale psichiatrico.
Li ti hanno rinchiusa in una cella, nuda, senza nemmeno un letto su cui riposare e, quando sono venuta a trovarti, mi supplicavi di tirarti fuori di li.
Perdonami se non ho potuto aiutarti!
Poi, finalmente, ti hanno spostata nel reparto con tante altre malate come te e, quando sono venuta a trovarti insieme a tutte le tue colleghe insegnanti, eri così felice!
Ti abbiamo portato tanta frutta, banane e arance che hai divorato con gusto, prima però, hai voluto condividerle con le infermiere e con le tue compagne di reparto.
Eri così orgogliosa di presentarmi a tutti come le direttrice della tuo asilo!
E adesso ci hai lasciate, così, senza una ragione, o almeno noi non la conosciamo.
Nessuno ci sa dire il perché, tutti si limitano a dire che il Signore ha voluto così.
Dopo avere appreso la brutta notizia, i bambini all’asilo guardavano preoccupati le loro insegnanti che piangevano e me che le abbracciavo per consolarle, ci si stringevano attorno, muti, volevano capire.
A me l’ingrato compito di parlare con loro e così, tutti seduti per terra in un silenzio che, all’asilo, non avevo mai sentito, ho detto loro che non vedranno più la maestra Stella in classe con loro ma che ci guarda dal cielo e così, tutti col naso all’insù, a fare ciao con la manina……
Ciao Stella, riposa in pace!
Maria Carla