No, non ce la posso proprio fare!
È l’una di notte e, in camera mia ci sono 32°, come faccio a dormire?
La pioggia è sparita da giorni, l’aria è infuocata e la campagna muore.
Voglio la neve! Voglio il freddo voglio….un gelato al limone enorme!!
Mi sono rifugiata sulla veranda, nuvole non se ne vedono e, con la luce della luna riesco a vedere la strada davanti a me e qualche ubriaco che ancora passa barcollando e cercando la strada di casa, qui almeno respiro l’aria, un po’ più fresca, della notte.
Ad un tratto vedo uccelli enormi che si posano nel mio cortile, quasi non respiro per non spaventarli e per guardarli il più vicino possibile, sono gufi e sono nove, come sono belli!
Accendo il pc e comincio a scrivere ma, uffa!! Attirati dalla luce del computer arrivano a frotte moscerini che pizzicano da tutte le parti, i pipistrelli che li cacciano mi passano davanti al naso e… Basta! È meglio che vada a letto, buona notte!
Maria Carla
Una sera da Hombolo,,
Non ci si abitua mai!
Quante storie potrei raccontare dopo 11 anni di permanenza ad Hombolo, potrei scrivere un libro ma, non sarebbe una lettura piacevole.
Magari qualcuno lo troverebbe noioso e ripetitivo: “Ma basta con le solite storie dell’Africa, abbiamo già i nostri problemi qui in Italia e poi, tanto loro sono diversi, sono abituati alla fame e alla sofferenza, e sono anche ignoranti se non riescono ad emergere, e lasciamoli nel loro brodo”!!
No, no, e ancora no! Non si può fare finta di niente e starsene al caldo nelle nostre belle case, con l’acqua corrente, l’elettricità, il frigorifero pieno e, oltretutto, lamentarsi sempre! E adesso, “Basta” lo dico io!!
Basta chiudere gli occhi e il cuore di fronte alla sofferenza dei bambini che hanno fame, basta fregarsene delle donne sfruttate e non amate, basta vedere morire i bambini per le malattie più banali e le donne di parto, basta fare finta di niente perché ci sono priorità di cui non possiamo fare a meno e invece……
…….amiamo tante cose così inutili!!
Edina, ve la ricordate? Grazie a due amiche che l’hanno adottata a distanza , ha incominciato a frequentare il nostro asilo NURU ma, poiché abita lontanissimo da Hombolo in un posto dove non c’è nulla, la sua mamma ha deciso di lasciare l’uomo con cui sta e che, quotidianamente, picchia lei e i bambini (non è il padre di Edina) e di venire qui al villaggio.
Quest’uomo, ieri, mi si presenta davanti come una furia, mi insulta e mi dice che rivuole la sua donna. Allontanato con forza dal guardiano dell’asilo, chiede in giro finchè scopre dove abita la mamma di Edina, le strappa dalle braccia l’altro bambino di circa tre anni, di cui è il padre, e se lo porta via così, come un pacco postale.
Mariam, 13 anni, orfana di madre da quando era piccolissima, viveva con la nonna materna ma il padre, quando aveva appena sette anni, se l’è portata via.
Oggi viene a casa mia e, piangendo, mi dice che ha fame, chiede farina per la polenta perché, lei e i suoi due fratelli, sono rimasti senza nulla, il loro papà è sparito, ricercato dalla polizia per avere picchiato la donna con cui viveva.
Mariam non è mai stata una bambina, Mariam non sorride mai.
E quante “mamme bambine”, quante adolescenti raggirate da uomini senza scrupoli lasciano la scuola perché incinte o, peggio ancora, alla fine delle primarie vengono mandate dagli stessi genitori a fare le serve nelle città dove, spesso, vengono abusate e tornano incinte o con l’AIDS.
E quante persone anziane si trovano intorno al mercato della città dove si vendono il riso e i fagioli, a raccogliere ogni chicco che cade per terra, questa è la fame vera, non quella che precede il pasto, è la fame di chi non sa se oggi si sazierà.
Perdonatemi, ogni tanto mi illudo di essermi abituata alle sofferenze di Hombolo ma poi mi accorgo che è solo uno scudo che mi sono costruita ma, a volte, questo scudo mi cade dalle mani!
Maria Carla