Un pessimo inizio di settimana!

Non è certo un buon inizio di settimana!
Stamattina, come di consueto, alle otto arrivo all’ambulatorio e, ad aspettarmi, ci sono quattro mamme con i bambini in braccio.
Forse avevo già la luna storta ma, quando vedo i bambini con ustioni perché nessuno si cura di loro e li lasciano vicino al pericolo, mi “incazzo” come una iena.
Una piccola di poco più di un anno con tutti e due i piedini ustionatissimi perché ha camminato sulle braci, due bambini con un piede massacrato perché lo hanno infilato nella ruota della bicicletta, ma come si fa, dico io, a caricare bambini così piccoli sul portapacchi della bici?
Ma quando è entrata una nonna con la nipotina col viso ustionato perché ha inciampato ed è caduta con la faccia nella pentola, non ci ho visto più!
E scusatemi se ho scritto “mi incazzo” ma, dire mi arrabbio, è troppo poco!

Maria Carla

Lettera a Daudi!

Quanto hai pianto questa mattina all’asilo, piccolo Daudi!
E solo per una escoriazione al ginocchio che ti sei procurato cadendo!
Ne hai fatto una tragedia e strillavi come un uccellino impaurito.
Ma, dico io, come hai fatto a sopportare il rito della circoncisione lo scorso Giugno?
La tua mamma e i nonni, hanno deciso di sottoporti a tale rito anche se sei ancora tanto piccolo, perché, per alcuni tuoi cugini era arrivato il momento ed hanno pensato bene di aggregarti a loro.
Quella mattina sono venuti a prenderti al suono dei tamburi e, fra canti e balli, ti hanno portato nel recinto costruito con gambi di miglio, lontano dalle capanne.
Le donne non sono ammesse e non ho potuto vedere quanto fossi spaventato all’arrivo del “Mganga wa kienyeji” dottore “stregone”, ti hanno detto che dovevi dimostrare di essere un uomo ma, come può uno scricciolo come te non piangere per il dolore provocato da un simile rituale fatto senza anestesia?
Dopo qualche giorno, ti hanno ricoperto di fango e, insieme ai tuoi compagni, armati di bastoni, avete potuto uscire per andare a caccia di piccoli animaletti per dare prova di provvedere al vostro sostentamento.
Solo allora ho potuto vederti, tornavi dalla caccia ed avevi fra le mani un piccolo uccellino ma avevi l’aria di chi se ne sarebbe scappato a farsi coccolare fra le mie braccia, come fai sempre all’asilo.
Poi, finalmente, dopo oltre un mese, il rito del “lavaggio” (la rimozione del fango), la vestizione con vestiti nuovi e la festa con tutti i parenti e vicini di casa.
E, mentre il recinto che vi aveva ospitato veniva dato alle fiamme, ancora frastornato, sedevi con i tuoi compagni al centro della festa di fronte ad un piccolo tavolo dove, nascosto da un drappo, c’era un piatto nel quale depositare il contributo per la vostra festa.
Il pombe (bevanda alcolica artigianale fatta col miglio fermentato) andava via come il vento e così, tutti ubriachi, fra canti e balli hanno dimenticato per un giorno la vita dura di Hombolo, e tu, piccolo Daudi, a cinque anni, sei diventato un uomo.
Auguri!!
Maria Carla