Hombolo 04 Marzo 2014
Ieri lunedì, sono tornata indietro nel tempo e, lasciatemelo dire, non è stato per niente piacevole.
Ma andiamo per ordine altrimenti non potete capire di cosa sto parlando.
Non vi ho mai raccontato che, mentre mi trovavo in Italia, un nostro dipendente qui ad Hombolo ha usato il nostro pick up ed è andato a sbattere contro un albero.
Il danno è stato ingente e non so quanto tempo ci vorrà per avere i pezzi di ricambio per cui, attualmente, siamo senza macchina. Il problema ad Hombolo non si presenta perché l’auto qui serve a poco infatti, per entrare nei sentieri che portano alle capanne della gente usiamo sempre la moto però, per andare a Dodoma a comprare il cibo per l’asilo o quant’altro, la macchina è diventata indispensabile, a meno che….
A meno che si torna indietro, appunto, e si riprende il bus locale come facevo una volta, aiutooooooooooo!
Mi domando come ho fatto a farlo per sette anni, vi invito tutti ad Hombolo a provare!!
Non ci salivo più da oltre tre anni ma non è cambiato niente, anzi, qualcosa è cambiato, il bus è ancora più scassato di come lo ricordavo e sempre stracarico di persone e di merci.
Qualcuno è stato gentile con me e mi ha ceduto il posto (e meno male perché eravamo pigiati modello sardine in scatola), solo che, il mio sedile, aveva un ferro che fuoriusciva dalla copertura e si conficcava nella schiena e, pigiata com’ero, non potevo muovermi ed ho dovuto tenermelo per un’ora e mezza.
Ma non solo, lungo la strada l’autista continuava imperterrito a fermarsi e caricare gente e così, sale la mamma che ti mette in braccio il suo bambino, quella che ti mette in mano il suo pollo (vivo naturalmente), quella che ti mette sulle ginocchia il suo fagotto e… meno male che a tanti finestrini mancavano i vetri e l’aria fresca del mattino riusciva a mitigare profumi…..
La strada sterrata che porta sulla strada principale per Dodoma, è ancora più sconnessa del solito a causa delle piogge ma, il conducente del bus, procedeva a velocità folle incurante dello sballottamento che i passeggeri dovevano subire.
Giunti a Dodoma, pronti via sotto il sole cocente e, zaino in spalla e borsa a tracolla via di corsa in posta, in banca, a finire di pagare il conto della trivellazione del pozzo, a comprare i ricambi per il mulino, i fagioli per il cibo dei dipendenti e poi, carica modello somarello, di nuovo a prendere quel meraviglioso bus che mi riporterà ad Hombolo.
Pittoresco eh!!!
Maria Carla
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