Mi vengono solo due parole “desolazione” e “fame”.
Cos’altro posso vedere nell’immediato futuro di Hombolo se il sole imperversa e la pioggia non si sa più nemmeno dove stia di casa?
Aggirandomi per le campagne dove tutto inaridisce sotto un sole implacabile, cosa vedo se non desolazione? Provo una stretta al cuore immaginando già la fame che porterà tanta gente alla nostra porta a chiedere cibo.
Non c’è nemmeno la “mlenda”, quell’erba spontanea che cresce nei prati durante la stagione delle piogge, non ci sono arachidi, i girasoli non crescono, nel lago hanno proibito di pescare per tre mesi, ma cosa mangerà la gente di Hombolo?
E le mucche? Le capre? Cosa mangeranno se non cresce nemmeno l’erba?
Forse la pioggia tornerà nel prossimo mese di Marzo ma, le coltivazioni ormai aride non potranno rinverdire, seminare di nuovo non sarà possibile perché, comunque, la stagione delle piogge si avvia verso la fine e il tempo non è più sufficiente per la crescita del mais e del miglio, e allora? Allora si aspetta pazientemente una stagione migliore, ci si arrabatta giorno per giorno a cercare quel poco di mais o di miglio per la polenta quotidiana (una volta al giorno) e, per non sentire i morsi della fame ci si avvolge nella “kanga” e, sdraiati per terra, si cerca ristoro nel sonno.
E magari, dormendo, si potranno sognare immense coltivazioni verdi con grandi pannocchie, donne che, cantando, raccolgono la mlenda nei prati, bambini felici con la pancia piena, e tanta, tanta acqua che ristora dalla calura del sole.
Forse, un’altra volta, forse……
Maria Carla
26
Feb 2015
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