Maggio 2009

Carissimi,
finalmente stasera sembra che riesca a non addormentarmi sulla tastiera del pc e a trovare la concentrazione per scrivere.
E’ un periodo un po’ faticoso per me perché devo fare a meno della mia preziosa collaboratrice tanzaniana, Maria, ma la mia fatica è già ricompensata dalla gioia di stringere fra le braccia la sua meravigliosa bambina nata pochi giorni fa.
Qui ad Hombolo stiamo attraversando un periodo non troppo felice, c’è fame per lo scarso raccolto dell’anno scorso ma, finalmente, il mais è quasi maturo e tra pochi giorni si potrà raccoglierlo.
Però, anche quest’anno le coltivazioni sono tutt’altro che generose, la stagione delle piogge è stata molto, molto avara, il mais è veramente poco, i girasoli sono piccoli quindi daranno pochi semi e la gente di Hombolo non potrà realizzare un gran che con la loro vendita.
Ma il grande problema di questo periodo sono gli episodi di “ Magia nera” o “Stregoneria”, fata voi, che da circa due mesi si stanno verificando in una delle due scuole primarie di Hombolo.
Ogni giorno un numero variabile di bambine perde conoscenza e (così dice la gente), sono “possedute” da una misteriosa “entità maligna” che è stata procurata da qualcuno che si vuole vendicare, non si sa bene di chi e di che cosa.
Il villaggio è tutto in subbuglio e ci sono continui incontri col capovillaggio, i genitori, le maestre e altre autorità che vengono dalla città, per decidere cosa fare.
Si stanno raccogliendo soldi per comprare l’agnello da sacrificare e per chiamare lo stregone che , così mi dicono, scaccerà gli spiriti maligni.
Io sinceramente credo che siano superstizioni o, come dicono i medici, problemi psicologici, però qualche giorno fa ho vissuto un’esperienza che non dimenticherò mai.
Sono stata chiamata dal padre di una bambina perché, disperato, non sapeva come aiutarla infatti,da parecchie ore, era priva di conoscenza.
Arrivo a casa sua e la trovo sotto un baobab che si dibatte, digrigna i denti e grida, la sua pancia si gonfia e si muove come se ci fosse qualcosa all’interno.
La chiamo, la scuoto, la schiaffeggio ma non risponde, il padre mi induce a fare domande precise chiedendo chi c’è dentro di lei e, senza aprire la bocca, mi risponde.
Rispondevano alle mie domande con grande velocità, mi hanno detto di essere in tre, mi hanno detto i loro nomi, da dove venivano, che li ha mandati una persona di Hombolo e che erano venuti a prendere Gaetana (così si chiama la bambina in questione) per portarla via con loro.
Io ero terrificata ma allo stesso tempo continuavo a fare domande perché volevo capire, alla fine, approfittando del bus che tornava dalla città, la prendo in braccio e la porto all’ospedale.
Insomma, il medico non l’ha nemmeno guardata perché è stufo di questa storia, tutti i giorni arrivano all’ospedale sette o otto bambine in questo stato e non sono mai stati riscontrati problemi di salute.
La sera Gaetana si è svegliata e non ricordava nulla, io non so dare una spiegazione, questa è l’esperienza che ho vissuto, non so quale sia il problema ma non credo alla stregoneria.
Oggi però, c’è stato l’epilogo di tutta questa storia, stamattina, a scuola, hanno perso conoscenza ancora nove bambine e pare abbiano finalmente fatto i nomi di chi avrebbe introdotto queste misteriose entità maligne.
Si tratta di una delle loro insegnanti che, da quando sono cominciati i problemi non si è più presentata a scuola, e di un maestro che insegna nell’altra scuola di Hombolo.
I genitori, inferociti, si sono precipitati a casa ed ha dovuto intervenire la polizia per evitare il peggio, non ho dubbi che sarebbe potuta finire molto, molto male.
Spero che sia finalmente finita questa brutta storia, la gente di Hombolo crede molto a queste cose e sono spaventati al punto da non mandare più i bambini a scuola.
Con questa lettera volevo solo rendervi partecipi delle mie esperienze ad Hombolo, io comunque non sono spaventata e non ho nessuna intenzione di lasciare il mio lavoro e i miei bambini, la prossima volta cercherò di mandare notizie piacevoli, per ora vi saluto con un grande abbraccio,
Maria Carla

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