Carissimi amici,
sto scrivendo al lume della lampada a petrolio perché, tanto per non perdere l’abitudine ai problemi, siamo senza corrente elettrica.
Già da tempo è tutto arido, spoglio e desolato, il livello del lago si è molto abbassato e i pesci scarseggiano, l’energia elettrica viene razionata per mancanza di acqua, le donne aspettano pazientemente di potere macinare il mais, il mulino lavora a singhiozzo e io comincio a perdere la speranza di qualche cambiamento che porti un pochino prosperità e benessere.
Per quanto ci si sforzi c’è sempre qualcosa che ti rema contro, non è possibile programmare nulla bisogna imparare a vivere alla giornata, proprio come fa la gente di Hombolo.
Solo che loro mica si arrabbiano se devono tornare a casa senza farina perché la corrente non è tornata fino a sera, pazienza, :”Se non mangiamo oggi mangeremo domani”.
Pensate che io possa programmare la mia giornata e decidere cosa fare? Assolutamente no!
Qui è tutto imprevedibile, esco di casa e trovo ad aspettarmi una lunga fila di persone che hanno bisogno di essere medicate e già faccio tardi ad arrivare all’asilo.
E li, altre persone da medicare, altri problemi da ascoltare, bambini dell’asilo da portare dal medico, bambini che piangono perché hanno fame….
Ebbene sì, ci risiamo, molta gente è già alla fame perché, come vi avevo già raccontato, il raccolto quest’anno è stato davvero scarso, e allora che fare?
Spesso vengono al mulino persone anziane e sole a chiedere cibo, posso rimandarle a mani vuote?
E i bambini che vengono anche da lontano a chiedere l’uniforme perché li hanno scacciati dalla scuola poiché ne erano privi, posso non aiutarli?
Ai bambini che chiedono il pallone e le scarpe, dico che possono farne a meno? Non hanno anche loro il diritto di giocare?
Possibile che qualcuna delle squadre di calcio italiane che spendono miliardi per un giocatore non possano una volta mandare a questi sfortunati bambini qualche pallone?
E per quelli che indossano vestiti che non hanno mai visto il sapone e non vanno a scuola perché i genitori non hanno ancora capito l’importanza dell’istruzione, cosa facciamo? Li aiutiamo ad andare a scuola oppure facciamo finta di niente?
A chi è solo e malato e vive la sua malattia sopportando il dolore senza medicine e vivendo in una capanna squallida, diamo un poco di conforto e la possibilità di andare all’ospedale?
Guardate questa foto e rendetevi conto,questa donna non è incinta, ha la cirrosi epatica e la stiamo portando all’ospedale con un’ambulanza improvvisata, e poi in Italia ci lamentiamo!!
Allora, cari amici, se a queste domande avete risposto con un si, continuate ad aiutarci ad aiutare, noi possiamo farlo solo con il vostro sostegno che, finora, è sempre stato generoso.
Tra pochissimi giorni sarò in Italia, ho anticipato il ritorno perché voglio tornare qui per il Natale, preferisco trascorrerlo nella semplicità di Hombolo.
Quando tornerò al villaggio spero di potervi raccontare che la pioggia scenda copiosa e i campi, ora riarsi, siano verdi distese di mais, spero di tornare con rinnovato entusiasmo e tanta voglia di fare e che il Signore mi conceda la salute per farlo.
Grazie a tutti voi, un abbraccio anche da parte dei bambini di Hombolo, ciao,
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